Gusto e salute
Sostenibilità
Territorio
- 11 nov 2022

Prodotti locali: una scelta green che sostiene l'economia del territorio

Tra le 12 raccomandazioni della FAO per un’alimentazione sostenibile c’è anche quella di prediligere prodotti locali (e di stagione)Una scelta responsabile per uno stile di vita più green.

Fino a pochi anni fa, il cibo percorreva solo pochi chilometri per arrivare dal campo alla tavola

Quarto articolo della rubrica "Alimentazione sostenibile"
  • Lasciati guidare da chi ogni giorno si occupa di sana alimentazione e percorri con noi la strada verso le abitudini alimentari che fanno bene alla salute, all'ambiente, all'economia e alla comunità.
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Le nostre nonne, infatti, non avevano mai visto un avocado, non conoscevano il mango, non avevano mai gustato il cocco; addirittura mangiare una banana era una rarità. Ai giorni nostri, basta andare in un qualsiasi supermercato per trovare cibi di qualsiasi stagione e alimenti di importazione come frutti esotici, alghe, soia. Benché ricchi di proprietà nutritive e gustosi, questi cibi nascondono però un lato decisamente poco eco-friendly, causato dal loro grande impatto ambientale: per arrivare sulle nostre tavole richiedono un lungo trasporto con mezzi inquinanti (navi cargo, aerei e camion), molti imballaggi per il loro contenimento e un processo di refrigerazione per la loro conservazione. Tutto ciò ha un prezzo elevato per il nostro pianeta: solo 1 chilo di ciliegie percorre in aereo circa 12 mila km dal Cile all’Italia, consuma 6,9 chili di petrolio e rilascia in atmosfera circa 21,6 chili di anidride carbonica.
Gli alimenti a filiera corta, invece, sono prodotti coltivati e venduti vicino a casa: hanno percorso poca strada per arrivare sulle nostre tavole, hanno richiesto meno energia, imballaggi e trattamenti per il loro trasporto, confezionamento e conservazione. Sono meno inquinanti, dunque più sostenibili. Inoltre, sono più freschi e più ricchi di nutrienti perché non subiscono perdite organolettiche associate al trasporto, in particolare di vitamine che iniziano a deteriorarsi subito dopo la raccolta.

È bene sottolineare che, però, il solo termine locale non è sempre sinonimo di sostenibilità perché il modo in cui produciamo il cibo è più importante della provenienza.  Ad esempio: i pomodori coltivati fuori stagione e in serra riscaldata incidono pesantemente sull’ambiente anche se sono locali, e causano molte più emissioni di quelli importati, via mare o via terra, da altri Paesi dove possono maturare all’aria aperta e sotto ai raggi del sole.

Sebbene il trasporto abbia un impatto relativamente più contenuto rispetto ai metodi di produzione, facciamo particolare attenzione al mezzo che inquina di più: l’aereo.  Perché se il cibo viaggia in volo e per lunghe distanze- solitamente previsto per pochi prodotti, come frutta esotica e verdura fresca- la sua impronta di carbonio è molto più significativa. Basta pensare che 1 chilo di avocado proveniente dal Cile, se trasportato via mare emette solo 0.6 kg di co2, via aereo ben 13 kg. 

Una spesa ecologica, quindi, predilige prodotti di stagione e di provenienza locale, evitando tutti quei cibi prodotti a migliaia di km da noi e spediti per via aerea. Certo: non tutto il cibo che portiamo in tavola può essere “di casa”.  Ma quando possibile acquistare locale è una scelta green che sostiene l’economia del posto, la professionalità del territorio e le filiere italiane, protegge la biodiversità e non solo… aiuta anche a ridurre le perdite alimentari dovute al trasporto.

I prodotti locali sono facilmente reperibili sul territorio: al mercato contadino o direttamente presso le aziende agricole puoi trovare latte, formaggi, uova e prodotti ortofrutticoli a km zero in piena armonia con la loro stagionalità, e spesso a prezzi più convenienti. Al supermercato, invece, basta consultare l’etichetta per scoprire la provenienza degli alimenti che vogliamo portare in tavola.

Mangiare locale significa anche riscoprire le tradizioni del posto riassaporando i sapori tipici di una volta; quei sapori che oggi si stanno perdendo e che ci ricordano tanto i piatti delle nostre nonne. Ma se è vero che la cucina del passato sapeva valorizzare ciò che il posto donava in quel determinato periodo dell’anno, è altrettanto vero che non mancava il gusto di recuperare gli avanzi - e questo le nostre nonne lo sapevano fare molto bene…e noi? Nel prossimo articolo "Tutti i consigli per una cucina a spreco zero!".

 

 

*Bibliografia e fonti:

Nutrire il pianeta? Per un’alimentazione giusta, sostenibile, conviviale. A cura di Matteo Mascia e Chiara Tintori

https://ilfattoalimentare.it/avocado-impatto-trasporti.html