RUBRICA Eco di Montagna: Chi rompe il ghiaccio?
Quando il ghiaccio si frattura dà origine a nuove forme, alle quali bisogna prestare molta attenzione.

Il movimento verso valle del ghiacciaio fa sì che la sua massa si fratturi, generando le tipiche forme che prendono il nome di crepacci e seracchi.

I primi sono delle fratture profonde che si formano sulla superficie, specialmente in corrispondenza dei cambi di pendenza; in alcuni casi, quando dei crepacci trasversali e longitudinali si intersecano, possono andare ad isolare dei blocchi di ghiaccio che prendono il nome di seracchi.
Queste forme, spettacolari da vedere, rappresentano dei potenziali rischi per gli alpinisti e vanno quindi considerate con attenzione quando si decide di affrontare un ghiacciaio.
Tra i gruppi montuosi del Trentino che ospitano dei ghiacciai, le Pale di San Martino sono quello che presenta la minor superficie glacializzata.

Come la maggior parte dei corpi glaciali dolomitici, quelli delle Pale di San Martino sono rappresentati da piccoli ghiacciai, spesso incassati all’interno di profondi valloni in quota, riparati dai raggi solari.
Un’eccezione è rappresentata dal Ghiacciaio di Fradusta, ormai ridotto ad un misero lembo di ghiaccio, che era un tempo il più vasto corpo glaciale delle Pale di San Martino e il secondo delle Dolomiti, superato per estensione solo dal ghiacciaio della Marmolada.
A differenza del vicino ghiacciaio del Travignolo, che resiste perché incastonato tra ripide pareti che lo riparano dai raggi solari e lo alimentano con le valanghe, quello della Fradusta ha subito nel corso dell’ultimo secolo un declino rapido ed inarrestabile. La neve che cade durante l’inverno scompare nel corso dell’estate, lasciando il ghiaccio esposto ai raggi solari per diverse settimane, determinando anno dopo anno perdite di volume sempre maggiori.
Nel 2011 la superficie dei ghiacciai delle Pale di San Martino presenti in Provincia di Trento era di poco inferiore a 30 ettari (Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, Smiraglia 2015), mentre i più recenti rilievi effettuati dalla SAT, aggiornati al 2023, hanno evidenziato come l’area complessiva occupata da questi ghiacciai sia ormai inferiore a 18 ettari, facendo registrare una perdita di superficie del 37% in 12 anni.
Credito foto: Cristian Ferrari - Ghiacciaio della Fradusta - Pale di S. Martino